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Belbello Antiques

QUADRO ASTRATTO VECCHIO metaphysical DIPINTO ACQUERELLO GHIACCIO GELO VINTAGE P1

QUADRO ASTRATTO VECCHIO metaphysical DIPINTO ACQUERELLO GHIACCIO GELO VINTAGE P1

Prezzo di listino $53.00 USD
Prezzo di listino Prezzo scontato $53.00 USD
In offerta Esaurito
Imposte incluse. Spese di spedizione calcolate al check-out.
Soggetto: astratto

Supporto e tecnica:  acquerello su cartoncino.
Realizzato con la "tecnica del gelo" per ottenere l'effetto cristallizzato in alcuni aree della superficie pittorica, tale lavorazione consisteva nel porre al freddo vero e proprio il dipinto ancora fresco per poi lavorarlo successivamente. Il "gelo" è stato creato dal pittore Pancaldi verso i primi anni Sessanta ed affinato per tutta la sua carriera fino a giungere ai risultati straordinari degli anni 80/90.

Autore: Gaetano Pancaldi (Piumazzo di Castelfranco Emilia, 1922-2014).
La rappresentazione della natura e della vita quotidiana erano tra i soggetti preferiti dall'artista che è stato molto attivo e conosciuto nel modenese a causa della sua attività di grafico cartellonista per il Partito Comunista di Modena ed alle numerose mostre realizzate. Pittore instancabile, Pancaldi ha lavorato fino agli ultimi anni con immutata passione.
La nostra azienda ha acquistato l'intero archivio Pancaldi, visita il nostro sito per vedere tutti i dipinti disponibili.

Epoca: seconda metà del XX secolo
Provenienza: Modena, Italia
Condizioni: molto buone (osserva le fotografie, considera l'età)
Misure: 22,5 x 22,5 cm

Gaetano Pancaldi è un poeta di microcosmi, di mondi lontani e ormai dimenticati, di atmosfere contadine e paesane rivissute con ingenuità e sincera passione, con gli occhi pieni di meraviglia e curiosità dei bambini di un tempo. Egli riporta in vita i riti della campagna, il lavoro paziente dei buoi, i gesti senza tempo dei contadini e della massaie, gli ambienti rustici ed accoglienti in cui i cibi avevano sapori irripetibili e le storie nascevano per diventare proverbi e filastrocche da trasmettere per secoli.
Quadri in cui i colori e le luci ritrovano le limpidezze di primavere lontane, l'allegria dei voli delle rondini e dei canti dei mietitori, atmosfere in cui il cadere della neve a Natale o il fiorire delle rose a maggio erano eventi magici erano a lungo desiderati come se accadessero per la prima volta. Per contro egli ha cercato di rendere l'isteria del mondo contemporaneo, senza gioia e senza meraviglia, dove il ritmo delle azioni è programmato in sedi estranee all'uomo e alla sua natura, innaturale, dunque, e quasi crudele. Il contrasto è drammatico, l'effetto impressionante anche se più tecnico e per così dire, forzato.
La vera ispirazione di Pancaldi è il mondo perduto delle processioni e della trebbiatura, delle stalle e delle aie risplendenti di pula dorata, dei pulcini che seguono le chiocce lungo i filari dissodati dalla fatica della vanga e della zappa. C'è il senso della fatica più aspra, nei suoi quadri, e della gioia più semplice e pura.
(Valerio Massimo Manfredi)
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